La via oltre: breve riflessione sugli obiettivi

di Alistair Castagnoli

Obiettivi. Gli obiettivi sono...sono tanti e differenti: sono persone, luoghi o cose.
Per qualcuno sono un numero, un risultato. O una gara, una partita vinta. 
Per altri sono un concetto, un profitto, un'idea, un'opera d'arte, persino un gesto d'amore. E per alcuni sono purtroppo anche la sopraffazione, la violenza.
Obiettivi molto diversi, come diversi siamo noi esseri umani.
Perché un obiettivo dipende dalla persona che se lo pone. Diversa la persona, diversi i suoi principi, diverso il suo ruolo, diverso l'obiettivo.
Tuttavia, nonostante le differenze, tutti gli obiettivi hanno una cosa in comune: il cambiamento.
Per raggiungere gli obiettivi una persona deve infatti attuare un mutamento che a sua volta innescherà una modificazione in lui generando un circolo virtuoso. Come?
In campo sportivo si dà per scontato che gli obiettivi dell'atleta coincidano con quelli del suo coach o trainer. Non sempre è proprio così.
Noi educatori e coach sportivi dobbiamo darci degli obiettivi nostri e dobbiamo lavorare quanto un atleta per raggiungerli. Obiettivi che le parole del nostro maestro, professor Pietro Enrico di Prampero, riassumono perfettamente: <<Ritengo però che il significato più profondo dello sport sia di tipo etico: lo sport deve “insegnare a vincere senza arroganza e a perdere senza umiliazione”.>>
E affinché ciò accada c'è una sola via: la via della consapevolezza.
Ma la consapevolezza c'entra con gli obiettivi?
C'entra, perché la consapevolezza ci permette di comprendere dove siamo, dove stiamo andando e dove vogliamo andare.
E questo chiarisce un concetto importante: gli obiettivi non sono altro che la persona che diventeremo.
Quando si tratta di lavorare con atleti, con persone che stanno compiendo un viaggio – un viaggio che col tempo intuiranno essere la loro vera meta - solo avendo una vigile consapevolezza di dove siamo e dove vogliamo andare possiamo realmente affiancarli mentre compiono quei passi che li cambieranno profondamente. Ogni allenamento, ogni momento di condivisione sportiva deve avere un impatto tale da evocare in entrambe le parti (educatore ed educando) un cambiamento affinché si possa considerare una reale occasione di crescita.
Ed ogni crescita ci porta un passo oltre dove siamo e quindi più vicino ai nostri obiettivi.
Lo hanno compreso i medici che instaurare un rapporto profondo di scambio con il proprio paziente è già parte della terapia, è già parte del cambiamento (Charon R. - Narrative Medicine – JAMA, October 17, 2001 – Vol 286, No.15).
Guarire è cambiare. Crescere è cambiare. Raggiungere gli obiettivi è cambiare.
Cambiare ciò che non ci permette di stare bene, ciò che ci tiene ancorati dove siamo.
E così noi educatori sportivi possiamo e dobbiamo fare altrettanto.
Dobbiamo usare il nostro rapporto con gli atleti affinché si generi quell'intesa propedeutica a percorrere “la via oltre”, oltre dove già siamo; quella via che, sia loro che noi da soli, non abbiamo il coraggio di imboccare.

Clicca qui per leggere l'articolo dagli obiettivi alla prestazione, legato a questa riflessione! 

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