Il Ponte Milano (7° posto; 2 vinte – 6 perse) – Sporting
Udine (8° posto; 1 vinta – 7 perse) 56
– 68 ( 13-20; 32-36; 43-53)
Udine ci fa attendere fino all’ultima gara della stagione per regalarci
finalmente una vittoria! Brave ragazze!
Brave per aver vinto, per come avete
vinto e per aver onorato il campo in ogni partita. Dopo 9 sconfitte consecutive (record che difficilmente verrà mai uguagliato a questo livello), senza De Biase (ferma per problemi di salute), senza la certezza di un futuro (la società è in crisi economica già da diverse stagioni), Udine si compatta e vince meritatamente.
Udine termina la stagione con una vittoria e questo è importante e fa
dimenticare l’ultimo posto in classifica e il fatto che abbia raccolto molto
meno di quanto avrebbe potuto.
COME UDINE HA VINTO
Udine costruisce la vittoria in tre momenti della gara.
L’inizio
Udine è brava a imporre il proprio ritmo offensivo fin dal primo
possesso. Mancabelli (con 4 punti, 2/2 da 2 e 4 rimbalzi) e Mio (con 2 punti e
1 rimbalzo) nei primi 5 minuti tengono Udine sul 7-6.
La fine del primo quarto
Udine è abile a prendere la testa della partita al 6' (7-8, 2 punti di
Clemente con 1/1 da 2) e ha tenerla per i restanti 34' (fatta esclusione per il
32-32 del 18').
Frantini (MI) per riavvicina Milano all’8’ fino all’11-13. Noah Da
Pozzo (con 4 punti e 2/2 da due) e Mancabelli (con 3 punti e 1/1 da 3)
confezionano un 0-7 che porta Udine avanti 11-20 al 9’.
La fine del secondo e l’inizio
del terzo quarto
A cavallo tra secondo e terzo quarto Udine si dimostra matura,
determinata e ancora più brava.
Proprio dal 32-32 del 18’ Udine costruisce un parziale di 3-13 in 7
minuti (dal 18’ al 25’) che gli garantisce l'inerzia tecnica ed emotiva dalla
gara e la conseguente vittoria.
Milano pareggia a 32 al 18'. Vicenzotti risponde segnando 8 punti
consecutivi tra il 18' e il 21' e piazzando da sola un parziale di 3-8 (con 3/3
da 2 e 2/2 ai liberi).
Cortolezzis (3 punti con 1/2 ai liberi e 1/1 da 2 l'azione successiva)
e Mio (2 punti) chiudono il parziale vincente a cui vanno aggiunti i anche 2
rimbalzi a testa per Vicenzotti e Mancabelli. Milano non è capace di trovare
risposte difensive adeguate a queste azioni e in attacco non brilla.
Nelle ultime 9 sconfitte consecutive Udine aveva sempre dimostrato
poche idee, poca unità e poca maturità nei momenti chiave delle partite. Oggi,
finalmente ha compreso il momentum e grazie a Mancabelli, Mio, Clemente, Da
Pozzo, Vicenzotti e Cortolezzis (il che significa ben 6 giocatrici su 9 a
disposizione) ha saputo meritarsi la vittoria.
COME MILANO HA PERSO
Per una Udine brava a saper sfruttare tutte le occasioni per vincere,
Milano oggi si è dimostrata senza motivazioni e senza voglia. Grave, perché
quando si gioca di dovrebbe giocare e non pensare alla posta in palio o ad
altro. Udina ha i suoi meriti ma Milano perde tirando con il 14,3 da 3 punti e
il 16,7 ai liberi in casa. Difficile pensare che la testa fosse in campo in
quei momenti. Oltre a questo, le volte in cui Milano ha tentano di
riavvicinarsi a Udine, non è mai stata capace di fermare difensivamente
l’attacco friulano. Ad ogni parziale positivo realizzato, Milano non è riuscita
a bloccare Udine permettendole di tirare con il 57,8% da 2 punti e il 50% da 3
punti. Stabile, autrice di una super gara all’andata è stata imbrigliata dalla
difesa di Udine e non è mai stata incisiva.
LE GIOCATRICI DI UDINE
LA GIOCATRICE INATTESA
Noah Da Pozzo si riprende giustamente le cronache segnando canestri nei momenti importanti e tirando con 3/4 da 2 punti. Cattura solo 2 rimbalzi e tira 1/4 ai liberi, ma la sostanza è che nel primo quarto i suoi 4 punti consecutivi hanno dato il via al primo allungo di Udine.
Noah Da Pozzo si riprende giustamente le cronache segnando canestri nei momenti importanti e tirando con 3/4 da 2 punti. Cattura solo 2 rimbalzi e tira 1/4 ai liberi, ma la sostanza è che nel primo quarto i suoi 4 punti consecutivi hanno dato il via al primo allungo di Udine.
LA GIOCATRICE ATTESA
Vicenzotti aveva pianto alla fine dell’ultima partita (persa) in casa
(forse della società) due settimane fa. Aveva pianto per molti motivi che non
sta a noi indagare, ma sta a noi far notare che, dopo 9 sconfitte consecutive
ed un pianto di quella portata, oggi per Vicenzotti poteva esserci solo un
finale se avesse voluto essere credibile agli occhi dei suoi tifosi e amici.
Oggi avrebbe dovuto dominare in attacco e in difesa. E’ così è stato! 15 punti,
45% da 2 punti, 50% da 3 punti, 100% ai liberi, 5 rimbalzi, 6 falli subiti.
Dominante. Segna 8 punti consecutivi e innalza Udine verso la vittoria. Difende
come non avesse un domani e spinge Udine alla vittoria. Ora può piangere perché
ha fatto qualcosa che sarà ricordato a lungo.
LA GIOCATRICE ATTESA DA CONFERME
Dopo delle ottime prestazioni all’interzona la scorsa settimana
(l’under 19 non si è però qualificata per le finali nazionali) e le ultime non
brillanti apparizioni in serie A, il play moderno Speedy Cortolezzis (ricordiamo che è una ’96)
era chiamata ad una prova di maturità in questa ultima gara della stagione. Ciò
che Speedy deve imparare è attendere che la gara arrivi a lei, senza voler
forzare mentalmente e fisicamente il suo ingresso in essa. Arianna stavolta ha
aspettato. E aspettare la gara, colpendo quando l’inerzia la favoriva, le ha
procurato una prestazione da 11 punti con 5/5 da 2 punti, 1/2 ai liberi, 4
rimbalzi, 2 recuperi, 1 assist. Numeri che la prossima stagione, ovunque sarà a
giocare, deve usare come punto di partenza e continuare il suo lento ma
inesorabile processo di crescita.
LA GIOCATRICE CHE NON AVEVA BISOGNO DI CONFERME
Mancabelli ha disputato una stagione di alto livello individuale
fin’ora, passando attraverso alcune gare in cui il suo impatto era però stato
molto inferiore alle potenzialità. Comunque fosse andata quest’ultima gara, il
suo rendimento stagionale sarebbe stato comunque ottimo. Ma Mancabelli non
sembra una che si siede sugli allori. 13 punti e 11 rimbalzi (la sua capacità
di andare a rimbalzo è forse la sua migliore dote) con il 5/5 al tiro (3/3 da 2
punti e 2/2 da 3 punti), 1/2 ai liberi, 3 recuperi 2 assist. Altre parole non
servono.
LA GIOCATRICE CHE TUTTI ATTENDONO (ANCHE LA SERIE B)
E’ notizia ufficiale di questi giorni che Pozzecco disputerà (già da
martedì 8 aprile) i play-off con la squadra di serie B dello Sporting/School.
Tralasciando i commenti sui regolamenti federali, ciò che ci auguriamo è di
vedere la Pozzecco che fino a dicembre era capace di segnare da 3 punti come
bere un bicchier d’acqua. Anche oggi Pozzecco nonostante gli 8 punti, ha
dimostrato incertezze al tiro (3/7 da 2 punti e 0/1 da 3 punti) e in
play-making (3 palle perse), oltre che i famosi problemi a tenere gli 1v1
difensivi. Ciò che dispiace maggiormente è il fatto che 4 anni fa, al suo
arrivo a Udine, Pozzecco sapesse giocare molto meglio di ora! Prima cosa si
divertiva e giocava libera usando l’istinto (tutti ricorderanno i suoi passaggi
no-look). Secondo cosa sapeva difendere e mettere pressione. L’augurio è che, a
parte i canestri fatti, Pozzecco sappia ritrovare in lei ciò che le forniva la
gioia di giocare per il piacere del gioco stesso e non per vincere o
primeggiare.
LA GIOCATRICE CHE NOI ATTENDEVAMO
Clemente ha giocato una gara da protagonista! A parte il 3/6 da 2
punti, i 6 punti e i 3 rimbalzi, Clemente ha saputo fare canestro quando
serviva: al 5’ per il vantaggio 7-8; al 11’ in risposta ad un parziale di
Milano per il 17-22; al 15’ per il 25-32. Fino qui era 3/3 da 2 il che la dice
lunga sulle sue potenzialità tecniche. Ciò che le serve è crescere da un punto
di vista emotivo e caratteriale. Fatto questo (ed è solo una questione di
tempo) potrà stare in campo in modo ancora più efficace.
LA GIOCATRICE CHE NON SI NOTA
Mio è una giocatrice silenziosa che fa molte cose utili che tendi a non ricordare. 6 punti, 3/6 da 2 punti, 4 rimbalzi, 2 recuperi alla fine dicono però poco. Chi si aspetta da lei prestazioni dominanti in cui spaventa le avversarie che entrano in area e sgomita per i rimbalzi non solo non ha compreso nulla di lei tecnicamente, ma soprattutto caratterialmente. Mio non sarà mai quel tipo di giocatrice a meno che un giorno (e non glielo auguriamo) non ne abbia davvero bisogno. Chi gioca con quel tipo di fame agonistica è perché nella vita ha dovuto usare le unghie per farsi strada. Mio sa dare in termini umani e tattici molto a chi sa usarla nel modo a lei più congeniale. Non so se tutti se ne stanno rendendo conto ma il tempo del basket con i centri statici è ormai finito.
Mio è una giocatrice silenziosa che fa molte cose utili che tendi a non ricordare. 6 punti, 3/6 da 2 punti, 4 rimbalzi, 2 recuperi alla fine dicono però poco. Chi si aspetta da lei prestazioni dominanti in cui spaventa le avversarie che entrano in area e sgomita per i rimbalzi non solo non ha compreso nulla di lei tecnicamente, ma soprattutto caratterialmente. Mio non sarà mai quel tipo di giocatrice a meno che un giorno (e non glielo auguriamo) non ne abbia davvero bisogno. Chi gioca con quel tipo di fame agonistica è perché nella vita ha dovuto usare le unghie per farsi strada. Mio sa dare in termini umani e tattici molto a chi sa usarla nel modo a lei più congeniale. Non so se tutti se ne stanno rendendo conto ma il tempo del basket con i centri statici è ormai finito.
LA GIOCATRICE CHE E’ MANCATA
De Biase non ha potuto giocare per dei problemi di salute che le auguriamo di risolvere al più presto. Ciononostante Sara era con la squadra, ha gioito con loro per una vittoria tanto inseguita e a cui lei ha sempre dedicato tutto ciò che ha da dare a questo gioco. Se avesse potuto giocare siamo certi che il suo contributo avrebbe permesso a Udine di vincere oggi ancora più nettamente.
De Biase non ha potuto giocare per dei problemi di salute che le auguriamo di risolvere al più presto. Ciononostante Sara era con la squadra, ha gioito con loro per una vittoria tanto inseguita e a cui lei ha sempre dedicato tutto ciò che ha da dare a questo gioco. Se avesse potuto giocare siamo certi che il suo contributo avrebbe permesso a Udine di vincere oggi ancora più nettamente.
LA GIOCATRICE CHE CRESCERA’ SICURAMENTE
Pol segna i suoi primi punti in serie A2 giocando addirittura 9 minuti. La scorsa stagione (A Pordenone in A3) la ragazza veniva impiegata per una media di 12,9 minuti, segnando 2,1 punti di media: non grandi cifre. Ma il punto è questo. Come per Mio, vale anche per lei lo stesso discorso: non ci si può aspettare che sia una giocatrice di alto impatto. Ma può essere (e se allenata in modo serio lo diventerà sicuramente) una buona giocatrice capace di fare molte piccole cose (che notoriamente sono quelle più importanti per vincere). Pol sa segnare a difesa schierata e in contropiede. Pol sa fare canestro che è la cosa più importante in questo sport! Ciò che qualcuno deve insegnarle (sperando che qualcuno in grado ci sia) sono i tempi del gioco di squadra. Spesso Alice gioca come se fosse sola in un continuo 1v1. Un gioco di squadra ha sincronismi e consonanze molto delicate. Una volta appreso il suo ruolo all’interno di un modello di gioco strutturato, Alice potrà aumentare il suo minutaggio e il suo impatto.
LA GIOCATRICE CHE SPERIAMO CRESCA
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