Libertas Sporting Udine (4-2) – Querciambiente Muggia TS
(4-2) 52-56 (19-15; 28-27; 42-40)
Bella partita densa di emozioni, giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Vince Muggia ma Udine merita comunque gli applausi per quanto fatto fino ad ora.
La partita si mette subito bene per Udine che riesce a
imporre un ritmo elevato in attacco e in difesa fin dai primi possessi. Muggia
gioca a basket, ma non segna e asseconda il piano partita di Udine – che forza
l’attacco a lavorare molto – rinunciando a tiri che arrivano presto per
impastarsi negli ingranaggi difensivi di Udine.
Le muggesane palleggiano troppo sul perimetro senza essere
pericolose e palleggiano troppo in area subendo i raddoppi udinesi. Provano a
difendere a zona, ma concedono alle micidiali tiratrici udinesi diverse triple
smarcate.
Udine potrebbe allungare, ma spreca troppi possessi ed è
poco cinica quando dovrebbe.
SECONDO QUARTO
Borroni (MVP della gara) lotta come un leone tenendo Muggia
in partita. Le muggesane in difesa rischiano qualcosa cambiando su tutti i
blocchi, ma Udine non sa leggere i vantaggi. Col passare dei minuti il gioco di
Muggia diventa più frizzante, anche se la palla continua a restare troppo ferma
quando arriva in area. I troppi palleggi consentono a Udine di raddoppiare dal
fondo, rubare e correre.
Vicenzotti segna la tripla del 22-15, ma, nel complesso, il
gran lavoro difensivo non viene premiato dall’attacco, dove Udine stenta a
trovare soluzioni efficaci e permette a Muggia di riavvicinarsi fino al 28-27.
TERZO QUARTO
Ancora una volta l’uscita dagli spogliatoi è drammatica per
Udine. Al solito calo fisico si unisce ora un calo nervoso preoccupante che
lascia Muggia in partita e le fa prendere sempre più convinzione.
Muggia è brava ad approfittare del terzo quarto letargico di
Udine e prende il comando della gara. Piazza un 6-0 di parziale a suo favore
(puntuale il time out di Sinone), attacca in penetrazione il centro dell’area
(dove Udine non è preparata) e usa di più il “palleggio, arresto e tiro” e i
tiri dai 5 metri per evitare i raddoppi.
Udine è solo Rebane: la ragazza lotta, attacca, difende e
soprattutto va a rimbalzo garantendo extra possessi alle udinesi (splendido il
rimbalzo offensivo sul suo tiro libero sbagliato che vale un 4-0 di contro
parziale). [Udine relies only on Rebane:
she fights, attacks, defends, and, more
important, she rebounds hard giving Udine extra possessions, like the marvellous offensive rebound on
her missed free throw for a 4-0]
La partita si fa punto a punto. Udine riacquista il comando grazie all’allenatore di Muggia che prende un fallo tecnico che gli costa 4 punti a 52” dalla fine.
La partita si fa punto a punto. Udine riacquista il comando grazie all’allenatore di Muggia che prende un fallo tecnico che gli costa 4 punti a 52” dalla fine.
QUARTO QUARTO
Udine cambia faccia a e si butta nella mischia: lotta e
sporca tutte le ricezioni di Muggia che fa fatica a costruire attacco.
Ma Borroni è maestra a tenere in gara la sua squadra. Sale
in cattedra e insegna pallacanestro a tutti i presenti. Muggia reagisce di
squadra: la palla esce meglio dai raddoppi e viaggia più velocemente. Borroni
attira molte attenzioni difensive e ciò libera le compagne che hanno sempre un
tiro piazzato da prendersi.
Udine stenta. L’attacco non costruisce nulla di pericoloso e
si affida a qualche iniziativa individuale quando mancano 7”/6” allo scadere
dei 24”.
A 2’42 dalla fine la svolta. Rebane (che garantiva rimbalzi
a Udine) viene sostituita. Muggia riprende l’inerzia. Borroni segna una tripla
sontuosa e la bella rimessa di Udine e il fallo sistematico non servono a
cambiare il risultato.
Vince Muggia 56-52, ma Udine ha poco da recriminare. Ha vinto la squadra che ha sbagliato di meno e che ha approfittato meglio delle occasioni avute.
Vince Muggia 56-52, ma Udine ha poco da recriminare. Ha vinto la squadra che ha sbagliato di meno e che ha approfittato meglio delle occasioni avute.
COME MUGGIA HA VINTO
Statistiche a parte, Muggia ha fatto giocare Udine come a
Udine piace. Gli ha permesso di raddoppiare e triplicare la palla e di correre
quando recuperava palla. Udine ha fatto la sua gara, non ha fatto molti errori
più di Muggia (o più di altre volte in cui aveva comunque vinto). Udine ha
giocato alla Udine. Eppure ha perso.
Quali magie ha fatto Muggia per vincere nonostante la buona
gara di Udine?
Muggia è rimasta compatta e ha giocato di squadra anche nei
suoi momenti peggiori. Ha sbagliato di squadra.
Udine non ha fatto lo stesso? Sì, ma Muggia ha avuto dalla
sua leader quanto serviva. Borroni ha sbagliato, ma ha anche tenuto la squadra
unita con un linguaggio non verbale da leader positivo dimostrando quanto creda
nel lavoro della sua squadra. Borroni non ha vinto solo con i punti e gli
assist; Borroni ha vinto con il carattere e la leadership.
Non ce ne voglia nessuno, ma a Udine questo è mancato nel
finale. O meglio, Udine si era forse identificata in Rebane e nella sua
combattività sfrontata, ma non ha potuto contare su di lei quando serviva.
Rebane dà equilibrio al gioco udinese e Udine ha sofferto molto quando la
giocatrice era seduta nel finale. [Udine had probably identified itself in Rebane and in her bold and
fighting spirit, but could not count
on her when needed. Rebane seems to be able to give balance to the whole team
and Udine has suffered greatly when
the player was
sitted in the final.]
PLAYMAKING
Il vero playmaking è mancato da entrambe le parti.
Muggia ha sopperito grazie al talento e alla visione di
Borroni.
Udine non è stata capace di trovare alternative.
Nei momenti difficili Udine avrebbe avuto bisogno di un vero
play maker capace di mettere in ritmo le giocatrici e farle ricevere palla nei loro
“sweet sposts”. Questo non è accaduto.
Pozzecco manca di capacità decisionale efficace quando è
sotto pressione (splendida la sua tripla vincente contro l’SGT, ma ricordiamoci
tutti che un secondo prima si era fatta stoppare il precedente tiro da 3 punti
per una lettura sbagliata ed affrettata).
Cortolezzis ha solo 17 anni, è all’esordio in A2 e ha
bisogno di maggiore collaborazione e supporto dalle compagne.
Nei minuti finali Udine ha giocato senza un'idea
collettiva, nascondendosi troppo e passandosi la palla senza attaccare fino a
7”/6” dallo scadere dei 24”, cosa che a questi livelli si tende a pagare.
IL QUINTETTO DI UDINE
MANCABELLI: la solita Elisa lottatrice intelligente e
precisa, ma meno efficace in fase offensiva dove, forse per stanchezza, sbaglia
diverse conclusioni facili. Gli stessi falli commessi – che ne hanno poi
pregiudicato il rendimento – sembravano dettati da stanchezza o mancanza di
attenzione.
POZZECCO: la solita Pozzecco, più realizzatrice che play.
Compie scelte discutibili in fase offensiva nei momenti importanti dell’ultimo
quarto, quando la palla avrebbe dovuto arrivare alle realizzatrici di Udine.
Chiaro che la responsabilità non è sua, ma di chi negli anni non le ha
insegnato a leggere le situazioni offensive e a gestire una squadra. Più
efficace quando si diletta nei tiri dell’ultimo secondo.
VICENZOTTI: la solita Debora, concreta quando serve. Il
grande lavoro difensivo su Borroni le toglie probabilmente smalto in attacco.
Cattura 10 rimbalzi e ci illude con il solito canestro da capitano (più il tiro
libero aggiuntivo) in un momento chiave del terzo quarto.
DA POZZO: peccato l’infortunio che ci auguriamo non grave.
DE GIANNI: molto bene all’inizio quando è dominante. Quando
la gara si fa dura, i duri cominciano a giocare e lei svanisce. Peccato.
LA PANCHINA DI
UDINE
DE BIASE: 13 punti e una certezza ai tiri liberi. Negli
ultimi possessi della partita prova a cavare qualcosa dall’opaca gestione
offensiva della squadra ma senza successo. Fallisce la “sua” tripla centrale
all’inizio di terzo quarto spostando l’inerzia dalla parte di Muggia. Ci prova
in ogni modo.
REBANE: 14 punti in 23 minuti testimoniano concretezza e
determinazione. Ha una marcia in più delle compagne nonostante non sia ancora
guarita del tutto dall’infortunio al ginocchio. Da sola tiene a galla Udine nel
terzo quarto,ma inspiegabilmente non è in campo negli ultimi 3 minuti quando si
decide il risultato. [14 points in 23 minutes show concreteness and determination. She
stands alone in the third quarter and shows she knows how to play at a higher
level, though not yet fully recovered from the knee injury. Unexplained why she
was not on the court in the last three minutes when the game is decided.]
CLEMENTE: 5’ minuti in campo senza avere nessuna vera
occasione. Se l’obiettivo è farla disinnamorare del basket (come è successo a
Trotta) la strada scelta è quella giusta.
MIO: con il rientro di Rebane i suoi minuti sono calati (3’
in questa gara). Restiamo dell’idea che il sistema offensivo di Udine non possa
esaltarne le caratteristiche e che il suo impegno non venga premiato.
CORTOLEZZIS: 16 minuti in campo, ma 16 minuti di anonimato.
La ragazza non è solo dotata di energia ed entusiasmo. La ragazza è dotata di
carattere e personalità. Affinché Arianna possa crescere come leader e play, in
campo ha bisogno di sentire la fiducia di compagne e allenatore. E chiunque
abbia giocato sa bene che la fiducia è un’emozione che si percepisce grazie a
piccoli gesti e non certo grazie a roboanti parole.
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